IL CUBISMO
Il Cubismo, Pablo Picasso e Buster Keaton
Per arte ho pensato di portare il cubismo in particolare Pablo Picasso e Buster Keaton che sono riuscito a collegare al gioco grazie a un viaggio che ho fatto a Madrid dove, nel museo Reina Sofia, ho visto delle splendide tele di Picasso in cui lui raffigurava delle carte da gioco, in particolare gli assi, sempre durante questa mia vacanza ho visto anche un opera di Buster Keaton intitolata “ One week” quest’ opera dura circa 20 minuti, non è un quadro ma un film in cui Keaton ha fatto costruire al protagonista una casa in stile cubista a causa di tiro mancino fatto da un uomo invidioso. Keaton è un mago del gioco visivo e questo lo riconduce perfettamente al mio argomento.
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Cubismo
Osservando un quadro cubista ci rendiamo immediatamente conto che la pittura tradizionale ha subito un grande cambiamento. Gli oggetti non sono più immediatamente riconoscibili: hanno perduto il loro aspetto consueto e sembrano costituiti di tanti frammenti di forme scollegati tra loro. Bottiglie, tavolini, strumenti musicali, anche ritratti di persona sono raffigurati sulla tela in modo apparentemente scomposto ma che in realtà mostra contemporaneamente i diversi lati osservati da più punti di vista
Come si arriva al cubismo
Fino ai primi anni del Novecento, la pittura è sempre stata considerata di tipo 'naturalistico': i dipinti dovevano riprodurre fedelmente la realtà.
Il Rinascimento italiano aveva fornito gli strumenti con cui riprodurre un'immagine naturalistica: il chiaroscuro per i volumi, la prospettiva per lo spazio. La fedeltà di forme e colori doveva rispettare il principio della verosimiglianza. Tali principi sono diventati le leggi fondamentali della pittura, stabilendo quella regola artistica che viene definita accademica.
Un primo passo verso l'abbandono delle norme accademiche è compiuto per certi aspetti dall'impressionismo nella seconda metà dell'Ottocento: da questo momento in poi, la ricerca artistica esplora territori che sembravano posti al di fuori delle regole. Già il pittore francese Édouard Manet apporta una novità, dipingendo figure, oggetti, ambienti solo con l'uso sapiente del colore, senza usare il chiaroscuro.
Successivamente le ricerche artistiche di fine Ottocento, condotte da artisti come Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, smontano un altro pilastro della pittura accademica: la fedeltà coloristica. Il colore per loro ha una propria autonomia di espressione che va al di là dell'imitazione della natura. Ciò consente, per esempio, di rappresentare gli alberi di colore rosso se ciò è più vicino alla sensibilità del pittore e ai suoi obiettivi di comunicazione, anche se nella realtà gli alberi non hanno questa colorazione.
Il pittore che volutamente deforma la prospettiva è il francese Paul Cézanne: già nel 1904 aveva affermato che bisogna trattare la natura attraverso il cilindro, la sfera e il cono, il tutto messo in prospettiva in modo che ogni lato degli oggetti si diriga verso un punto di fuga centrale. Per Cézanne la natura e le cose possono essere dipinte come se fossero figure geometriche da scomporre e ricostruire; nei suoi quadri non esiste più un unico punto di vista, ma ci sono tanti angoli visivi diversi, spesso impercettibili a un primo sguardo.
Fino ai primi anni del Novecento, la pittura è sempre stata considerata di tipo 'naturalistico': i dipinti dovevano riprodurre fedelmente la realtà.
Il Rinascimento italiano aveva fornito gli strumenti con cui riprodurre un'immagine naturalistica: il chiaroscuro per i volumi, la prospettiva per lo spazio. La fedeltà di forme e colori doveva rispettare il principio della verosimiglianza. Tali principi sono diventati le leggi fondamentali della pittura, stabilendo quella regola artistica che viene definita accademica.
Un primo passo verso l'abbandono delle norme accademiche è compiuto per certi aspetti dall'impressionismo nella seconda metà dell'Ottocento: da questo momento in poi, la ricerca artistica esplora territori che sembravano posti al di fuori delle regole. Già il pittore francese Édouard Manet apporta una novità, dipingendo figure, oggetti, ambienti solo con l'uso sapiente del colore, senza usare il chiaroscuro.
Successivamente le ricerche artistiche di fine Ottocento, condotte da artisti come Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, smontano un altro pilastro della pittura accademica: la fedeltà coloristica. Il colore per loro ha una propria autonomia di espressione che va al di là dell'imitazione della natura. Ciò consente, per esempio, di rappresentare gli alberi di colore rosso se ciò è più vicino alla sensibilità del pittore e ai suoi obiettivi di comunicazione, anche se nella realtà gli alberi non hanno questa colorazione.
Il pittore che volutamente deforma la prospettiva è il francese Paul Cézanne: già nel 1904 aveva affermato che bisogna trattare la natura attraverso il cilindro, la sfera e il cono, il tutto messo in prospettiva in modo che ogni lato degli oggetti si diriga verso un punto di fuga centrale. Per Cézanne la natura e le cose possono essere dipinte come se fossero figure geometriche da scomporre e ricostruire; nei suoi quadri non esiste più un unico punto di vista, ma ci sono tanti angoli visivi diversi, spesso impercettibili a un primo sguardo.
Il cubismo: tra scienza e pittura
Nei primissimi anni del 20° secolo, i pittori Pablo Picasso e Georges Braque, meditando la lezione sulla geometria di Cézanne e ispirandosi alla forza dell'arte africana ‒ che non imita la realtà ma ne cattura come per magia un frammento carico di espressività ‒, inventano un nuovo modo di dipingere.I due realizzano quadri nei quali la molteplicità dei punti di vista dell'oggetto rappresentato è portata alle estreme conseguenze: le immagini si compongono di schegge di realtà, viste da angolazioni diverse e ricomposte in una sintesi del tutto originale. I quadri cubisti non hanno prospettiva né profondità; non distinguono lo sfondo e il primo piano, le forme sono appiattite e i colori sono esclusivamente grigi e bruni.Il pittore cubista dipinge cose quotidiane: bottiglie, tavolini, strumenti musicali che non sono più inquadrati su una scena, come lo sono stati per secoli. Una bottiglia su un tavolo, che un artista del passato avrebbe rappresentato solo nella parte frontale, viene ora raffigurata in tutta la sua interezza, mostrando così che le cose hanno più di due dimensioni, che si compenetrano l'una con l'altra.
I pittori cubisti tentano di introdurre nelle opere la quarta dimensione, ovvero quella temporale, superando le codificate tre dimensioni dello spazio. In che modo un'immagine cubista può comprendere la dimensione del tempo? Per poter vedere un oggetto da più punti di vista è necessario che la percezione avvenga in un tempo prolungato, che non si limita a un solo istante. Da una parte l'artista impiega del tempo per portare nella rappresentazione tutta la conoscenza che egli ha acquisito dell'oggetto, dall'altra lo spettatore spende del tempo per riconoscere l'oggetto raffigurato in un quadro cubista. La percezione, dunque, non si limita al tempo di un solo sguardo ma implica l'indagine sulla struttura delle cose e dello spazio in cui si trovano.L'artista cubista trasforma il quadro anche in una sfida per la mente di chi osserva.
Nei primissimi anni del 20° secolo, i pittori Pablo Picasso e Georges Braque, meditando la lezione sulla geometria di Cézanne e ispirandosi alla forza dell'arte africana ‒ che non imita la realtà ma ne cattura come per magia un frammento carico di espressività ‒, inventano un nuovo modo di dipingere.I due realizzano quadri nei quali la molteplicità dei punti di vista dell'oggetto rappresentato è portata alle estreme conseguenze: le immagini si compongono di schegge di realtà, viste da angolazioni diverse e ricomposte in una sintesi del tutto originale. I quadri cubisti non hanno prospettiva né profondità; non distinguono lo sfondo e il primo piano, le forme sono appiattite e i colori sono esclusivamente grigi e bruni.Il pittore cubista dipinge cose quotidiane: bottiglie, tavolini, strumenti musicali che non sono più inquadrati su una scena, come lo sono stati per secoli. Una bottiglia su un tavolo, che un artista del passato avrebbe rappresentato solo nella parte frontale, viene ora raffigurata in tutta la sua interezza, mostrando così che le cose hanno più di due dimensioni, che si compenetrano l'una con l'altra.
I pittori cubisti tentano di introdurre nelle opere la quarta dimensione, ovvero quella temporale, superando le codificate tre dimensioni dello spazio. In che modo un'immagine cubista può comprendere la dimensione del tempo? Per poter vedere un oggetto da più punti di vista è necessario che la percezione avvenga in un tempo prolungato, che non si limita a un solo istante. Da una parte l'artista impiega del tempo per portare nella rappresentazione tutta la conoscenza che egli ha acquisito dell'oggetto, dall'altra lo spettatore spende del tempo per riconoscere l'oggetto raffigurato in un quadro cubista. La percezione, dunque, non si limita al tempo di un solo sguardo ma implica l'indagine sulla struttura delle cose e dello spazio in cui si trovano.L'artista cubista trasforma il quadro anche in una sfida per la mente di chi osserva.
La fase iniziale
A differenza degli altri movimenti artistici del primo Novecento, detti d'avanguardia, il cubismo non nasce in un momento preciso né con un programma dichiarato. Grazie al suo particolare atteggiamento di sperimentatore, Picasso è l'artista che per primo giunge alla realizzazione di un quadro cubista. Si considera Les demoiselles d'Avignon, realizzato nel 1907, il dipinto che dà inizio al cubismo.
La particolare tecnica cubista, che riproduce immagini apparentemente indecifrabili, del tutto diverse da come siamo abituati a vedere le cose, risulta per i contemporanei di Picasso e Braque di difficile comprensione. La critica del tempo è severa con questi artisti: lo stesso termine cubismo, infatti, è dato con intento denigratorio, in quanto i quadri sembravano comporsi solo di sfaccettature di cubi.
Il cubismo viene solitamente diviso in due fasi principali: una prima definita cubismo analitico e una seconda definita cubismo sintetico.
A differenza degli altri movimenti artistici del primo Novecento, detti d'avanguardia, il cubismo non nasce in un momento preciso né con un programma dichiarato. Grazie al suo particolare atteggiamento di sperimentatore, Picasso è l'artista che per primo giunge alla realizzazione di un quadro cubista. Si considera Les demoiselles d'Avignon, realizzato nel 1907, il dipinto che dà inizio al cubismo.
La particolare tecnica cubista, che riproduce immagini apparentemente indecifrabili, del tutto diverse da come siamo abituati a vedere le cose, risulta per i contemporanei di Picasso e Braque di difficile comprensione. La critica del tempo è severa con questi artisti: lo stesso termine cubismo, infatti, è dato con intento denigratorio, in quanto i quadri sembravano comporsi solo di sfaccettature di cubi.
Il cubismo viene solitamente diviso in due fasi principali: una prima definita cubismo analitico e una seconda definita cubismo sintetico.
Il cubismo analitico
Il periodo analitico inizia nel 1910. è caratterizzato da scomposizioni e ricomposizioni dei piani dell'oggetto, frammentati in una rete di linee che si incrociano. Il paesaggio occupa soltanto un ruolo limitato nelle opere di Picasso e di Braque. Chiusi nei loro atelier, i due artisti producono numerose nature morte a cui si aggiungono alcune figure e ritratti. L'immagine del visibile si frantuma, e i visi e gli oggetti (chitarre, bicchieri, violini, boccali,frutta...), a loro volta, si frammentano in una miriade di faccette. L'adozione di una molteplicità di punti di vista permette così di raggiungere una visione totale e di creare un oggetto estetico estremamente strutturato. Questa nuova concezione dello spazio pittorico e della forma favorisce la monocromia e lo studio della luce. Poiché si caratterizzano attraverso una ricerca comune, risulta ora quasi impossibile distinguere con precisione le opere di Picasso da quelle di Braque, opere in cui, fra l'altro, i toni sono volontariamente ridotti alla gamma degli ocra e dei grigi.
Il periodo analitico inizia nel 1910. è caratterizzato da scomposizioni e ricomposizioni dei piani dell'oggetto, frammentati in una rete di linee che si incrociano. Il paesaggio occupa soltanto un ruolo limitato nelle opere di Picasso e di Braque. Chiusi nei loro atelier, i due artisti producono numerose nature morte a cui si aggiungono alcune figure e ritratti. L'immagine del visibile si frantuma, e i visi e gli oggetti (chitarre, bicchieri, violini, boccali,frutta...), a loro volta, si frammentano in una miriade di faccette. L'adozione di una molteplicità di punti di vista permette così di raggiungere una visione totale e di creare un oggetto estetico estremamente strutturato. Questa nuova concezione dello spazio pittorico e della forma favorisce la monocromia e lo studio della luce. Poiché si caratterizzano attraverso una ricerca comune, risulta ora quasi impossibile distinguere con precisione le opere di Picasso da quelle di Braque, opere in cui, fra l'altro, i toni sono volontariamente ridotti alla gamma degli ocra e dei grigi.
Il cubismo sintetico
La fase successiva, sviluppatasi tra il 1912 e il 1914, è detta del cubismo sintetico ed è caratterizzata da una rappresentazione più diretta e immediata della realtà, con l'inserimento, sulla tela, di carte e materiali di varia natura. Nascono così i papiers collés (letteralmente "carte incollate"), con pezzi di carte da parati, carte da gioco, giornali, frammenti che hanno lo scopo di avvicinarsi il più possibile alla realtà quotidiana.Con l'inserimento, poi, di materiali diversi, mai usati prima sulla tela, come paglia, corda, sabbia e legno, abbiamo invece i collage: in queste opere non si imita più la realtà, ma la si incorpora incollandola sulla tela.Il cubismo sintetico propone un nuovo ruolo della materia, che irrompe nell'opera d'arte diventando parte integrante di essa e portando l'osservatore a un'intuizione immediata dell'essenza dell'oggetto.
La fase successiva, sviluppatasi tra il 1912 e il 1914, è detta del cubismo sintetico ed è caratterizzata da una rappresentazione più diretta e immediata della realtà, con l'inserimento, sulla tela, di carte e materiali di varia natura. Nascono così i papiers collés (letteralmente "carte incollate"), con pezzi di carte da parati, carte da gioco, giornali, frammenti che hanno lo scopo di avvicinarsi il più possibile alla realtà quotidiana.Con l'inserimento, poi, di materiali diversi, mai usati prima sulla tela, come paglia, corda, sabbia e legno, abbiamo invece i collage: in queste opere non si imita più la realtà, ma la si incorpora incollandola sulla tela.Il cubismo sintetico propone un nuovo ruolo della materia, che irrompe nell'opera d'arte diventando parte integrante di essa e portando l'osservatore a un'intuizione immediata dell'essenza dell'oggetto.
Pablo Picasso: VITA E OPERE
Infanzia e passioni
Pablo Picasso nacque a Málaga, in Andalusia. Il padre di Picasso era un pittore specializzato nella rappresentazione naturalistica (soprattutto degli uccelli). Il giovane Picasso manifestò sin da piccolo passione e talento per il disegno.
Dopo aver trascorso a Málaga i primi dieci anni della sua vita arriva a Barcellona e vi resta fino all'età di diciannove anni. Da allora in poi, pur cambiando talvolta residenza ed effettuando anche diversi viaggi, egli si stabilisce in Francia dove resterà fino alla sua morte. Il fatto che il padre di Picasso fosse professore di disegno alla scuola di belle arti ebbe un influsso decisivo sulla formazione culturale dell'artista. Picasso sviluppò capacità artistiche fin da bambino. La sua mente fin da giovane era già presa dalle preoccupazioni e dall'eccezionale potere creativo che diedero vita, in seguito, alla sua opera. Picasso, avendo raggiunto il massimo grado di perfezione nella tecnica appresa da suo padre, acquistò una grande fiducia in sé stesso, al punto tale da realizzare, non ancora quattordicenne, una mostra dei suoi lavori. Durante il periodo barcellonese, l'opera di Picasso ha subito una evoluzione di capitale importanza per capire le sue tappe successive e l'insieme in generale. Picasso arrivò a Barcellona con una solida formazione accademica, acquisita soprattutto durante il periodo di vicinanza al padre. Le sue doti eccezionali ne fecero subito un giovane pittore di grandi qualità Ma il contatto con gli artisti barcellonesi lo fecero riflettere sulle possibilità che la libertà creatrice, poteva offrirgli. Era più che naturale che Picasso, cominciasse a liberarsi dalla rigidità accademica per lanciarsi in creazioni di ben più ampio respiro e di maggior forza espressiva. Agli inizi si avverte un certo schematismo delle forme e l'uso di un cromatismo più audace e più libero. Non si può dire che Picasso sia passato attraverso una tappa impressionistica. Egli usa forme semplici e colori puri soprattutto per ottenere una maggiore intensità espressiva.
Alla fine dell'estate del 1900, non sopportando più l'ambiente che lo circonda, decide di trasferirsi a Parigi.
Qui è solito frequentare i quartieri di Montmartre e Montparnasse, annoverando tra le sue amicizie André Breton, Guillaume Apollinaire e la scrittrice Gertrude Stein. Non sono momenti facili dal punto di vista economico, nonostante le importanti amicizie che stringe in questi anni. A Parigi conosce una ragazza della sua stessa età, con la quale inizia una lunga relazione affettiva. È lei che appare ritratta in molti dei quadri del "periodo rosa".
Nel settembre 1936 fu nominato direttore del Museo del Prado dal Governo della Repubblica e nello stesso anno realizzò il dipinto Guernica, tela dedicata al bombardamento dell'omonima cittadina basca, per il Padiglione della Spagna repubblicana al Salone internazionale di Parigi.
Durante la seconda guerra mondiale Picasso rimase nella Parigi occupata dai tedeschi. Il regime nazista disapprovava il suo stile, pertanto non gli fu permesso di esporre.
Sposato due volte, ha avuto quattro figli da tre donne diverse e numerose relazioni extra-coniugali. Anche la fotografa Dora Maar fu amica e amante di Picasso. I due si frequentarono spesso tra la fine degli anni trenta e l'inizio degli anni quaranta; fu lei a documentare la realizzazione di Guernica.
Pablo Picasso morì per un attacco di cuore l'8 aprile 1973 , in Provenza, , all'età di 91 anni.
Picasso rimase profondamente colpito dalla tragedia della guerra civile spagnola e, denunciò le barbarie della guerra con il suo capolavoro, Guernica.
Rimase distante dal movimento indipendentista catalano, benché durante gli anni giovanili esprimesse un generale supporto e amicizia a numerosi dei suoi attivisti. Nessun movimento politico sembrava coinvolgerlo in grande misura, ciò nonostante si iscrisse al partito comunista francese
Pablo Picasso nacque a Málaga, in Andalusia. Il padre di Picasso era un pittore specializzato nella rappresentazione naturalistica (soprattutto degli uccelli). Il giovane Picasso manifestò sin da piccolo passione e talento per il disegno.
Dopo aver trascorso a Málaga i primi dieci anni della sua vita arriva a Barcellona e vi resta fino all'età di diciannove anni. Da allora in poi, pur cambiando talvolta residenza ed effettuando anche diversi viaggi, egli si stabilisce in Francia dove resterà fino alla sua morte. Il fatto che il padre di Picasso fosse professore di disegno alla scuola di belle arti ebbe un influsso decisivo sulla formazione culturale dell'artista. Picasso sviluppò capacità artistiche fin da bambino. La sua mente fin da giovane era già presa dalle preoccupazioni e dall'eccezionale potere creativo che diedero vita, in seguito, alla sua opera. Picasso, avendo raggiunto il massimo grado di perfezione nella tecnica appresa da suo padre, acquistò una grande fiducia in sé stesso, al punto tale da realizzare, non ancora quattordicenne, una mostra dei suoi lavori. Durante il periodo barcellonese, l'opera di Picasso ha subito una evoluzione di capitale importanza per capire le sue tappe successive e l'insieme in generale. Picasso arrivò a Barcellona con una solida formazione accademica, acquisita soprattutto durante il periodo di vicinanza al padre. Le sue doti eccezionali ne fecero subito un giovane pittore di grandi qualità Ma il contatto con gli artisti barcellonesi lo fecero riflettere sulle possibilità che la libertà creatrice, poteva offrirgli. Era più che naturale che Picasso, cominciasse a liberarsi dalla rigidità accademica per lanciarsi in creazioni di ben più ampio respiro e di maggior forza espressiva. Agli inizi si avverte un certo schematismo delle forme e l'uso di un cromatismo più audace e più libero. Non si può dire che Picasso sia passato attraverso una tappa impressionistica. Egli usa forme semplici e colori puri soprattutto per ottenere una maggiore intensità espressiva.
Alla fine dell'estate del 1900, non sopportando più l'ambiente che lo circonda, decide di trasferirsi a Parigi.
Qui è solito frequentare i quartieri di Montmartre e Montparnasse, annoverando tra le sue amicizie André Breton, Guillaume Apollinaire e la scrittrice Gertrude Stein. Non sono momenti facili dal punto di vista economico, nonostante le importanti amicizie che stringe in questi anni. A Parigi conosce una ragazza della sua stessa età, con la quale inizia una lunga relazione affettiva. È lei che appare ritratta in molti dei quadri del "periodo rosa".
Nel settembre 1936 fu nominato direttore del Museo del Prado dal Governo della Repubblica e nello stesso anno realizzò il dipinto Guernica, tela dedicata al bombardamento dell'omonima cittadina basca, per il Padiglione della Spagna repubblicana al Salone internazionale di Parigi.
Durante la seconda guerra mondiale Picasso rimase nella Parigi occupata dai tedeschi. Il regime nazista disapprovava il suo stile, pertanto non gli fu permesso di esporre.
Sposato due volte, ha avuto quattro figli da tre donne diverse e numerose relazioni extra-coniugali. Anche la fotografa Dora Maar fu amica e amante di Picasso. I due si frequentarono spesso tra la fine degli anni trenta e l'inizio degli anni quaranta; fu lei a documentare la realizzazione di Guernica.
Pablo Picasso morì per un attacco di cuore l'8 aprile 1973 , in Provenza, , all'età di 91 anni.
Picasso rimase profondamente colpito dalla tragedia della guerra civile spagnola e, denunciò le barbarie della guerra con il suo capolavoro, Guernica.
Rimase distante dal movimento indipendentista catalano, benché durante gli anni giovanili esprimesse un generale supporto e amicizia a numerosi dei suoi attivisti. Nessun movimento politico sembrava coinvolgerlo in grande misura, ciò nonostante si iscrisse al partito comunista francese
L'arte di Picasso
Il lavoro di Picasso è spesso suddiviso in "periodi:
Prima del 1901i suoi progressi possono essere osservati presso il Museo Picasso di Barcellona in questo periodo è ben visibile il suo realismo accademico
Seguì quello che alcuni chiamano il "periodo modernista" (1899-1900). La conoscenza delle opere di Rossetti, Steinlen,Toulouse-Lautrec ed Edvard Munch, unita all'ammirazione per i suoi vecchi maestri preferiti come El Greco, portò Picasso ad elaborare nei lavori di questo periodo una visione personale del modernismo.
Il lavoro di Picasso è spesso suddiviso in "periodi:
Prima del 1901i suoi progressi possono essere osservati presso il Museo Picasso di Barcellona in questo periodo è ben visibile il suo realismo accademico
Seguì quello che alcuni chiamano il "periodo modernista" (1899-1900). La conoscenza delle opere di Rossetti, Steinlen,Toulouse-Lautrec ed Edvard Munch, unita all'ammirazione per i suoi vecchi maestri preferiti come El Greco, portò Picasso ad elaborare nei lavori di questo periodo una visione personale del modernismo.
Il periodo blu
Il periodo blu, 1901-1904, consiste di dipinti cupi realizzati nei toni del blu e del turchese, solo occasionalmente ravvivati da altri colori. Si tratta, come dice il nome stesso, di una pittura monocromatica, giocata sui colori freddi, dove i soggetti umani rappresentati, appartenenti alla categoria degli emarginati, degli sfruttati e dei poveri, sembrano sospesi in un'atmosfera malinconica. L'umanità rappresentata è quella deprimente di creature vinte e sole che appaiono oppresse e senza speranza.
Anche la cecità è un tema ricorrente nei lavori di Picasso di questo periodo.Altri soggetti frequenti sono gli artisti, gli acrobati e gli arlecchini. Questi ultimi, dipinti nel tipico costume a quadri, diventano un simbolo personale dell'artista.
Il pasto del cieco
Il periodo blu, 1901-1904, consiste di dipinti cupi realizzati nei toni del blu e del turchese, solo occasionalmente ravvivati da altri colori. Si tratta, come dice il nome stesso, di una pittura monocromatica, giocata sui colori freddi, dove i soggetti umani rappresentati, appartenenti alla categoria degli emarginati, degli sfruttati e dei poveri, sembrano sospesi in un'atmosfera malinconica. L'umanità rappresentata è quella deprimente di creature vinte e sole che appaiono oppresse e senza speranza.
Anche la cecità è un tema ricorrente nei lavori di Picasso di questo periodo.Altri soggetti frequenti sono gli artisti, gli acrobati e gli arlecchini. Questi ultimi, dipinti nel tipico costume a quadri, diventano un simbolo personale dell'artista.
Il pasto del cieco
Il periodo rosa
Il "periodo rosa" (1905-1907) è caratterizzato da uno stile più allegro, ravvivato dai colori rosa e arancione e ancora contraddistinto dagli arlecchini. Nel Periodo Rosa giace un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. I soggetti privilegiati sono arlecchini, saltimbanchi, acrobati ambulanti o comunque soggetti legati al mondo del circo. Quasi tutti i quadri rappresentano le persone del circo dietro le quinte, ma mai sul palco per far comprendere a tutti quanto sia difficile praticare quello stile di vita che è in netta contrapposizione con lo scopo del loro mestiere: far ridere.
Famiglia di acrobati con scimmia
Il "periodo rosa" (1905-1907) è caratterizzato da uno stile più allegro, ravvivato dai colori rosa e arancione e ancora contraddistinto dagli arlecchini. Nel Periodo Rosa giace un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. I soggetti privilegiati sono arlecchini, saltimbanchi, acrobati ambulanti o comunque soggetti legati al mondo del circo. Quasi tutti i quadri rappresentano le persone del circo dietro le quinte, ma mai sul palco per far comprendere a tutti quanto sia difficile praticare quello stile di vita che è in netta contrapposizione con lo scopo del loro mestiere: far ridere.
Famiglia di acrobati con scimmia
Il periodo africano
Picasso ebbe un periodo in cui la sua produzione artistica risultò influenzata dall'arte africana (1907-1909); se ne considera l'inizio il quadro “Les demoiselles d'Avignon”, in cui due figure sulla destra del dipinto sono ispirate da oggetti d'artigianato africano. Le idee sviluppate in questo periodo portano quindi al successivo periodo cubista. Nell'opera di “Les Demoiselles d'Avignon” Picasso, attraverso l'abolizione di qualsiasi prospettiva o profondità, nelle due figure di destra è evidente l'influsso delle maschere rituali dell'Africa, soprattutto la figura in basso, con gli occhi ad altezza diversa, la torsione esagerata del naso e del corpo, evidenzia come Picasso sia giunto alla simultaneità delle immagini, cioè la presenza contemporanea di più punti di vista. La struttura dell'opera è data da un incastro geometricamente architettato di piani taglienti, ribaltati sulla superficie della tela quasi a voler rovesciare gli oggetti verso lo spettatore. L'immagine si compone di una serie di piani che si intersecano secondo angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto di una visione parziale.
Picasso ebbe un periodo in cui la sua produzione artistica risultò influenzata dall'arte africana (1907-1909); se ne considera l'inizio il quadro “Les demoiselles d'Avignon”, in cui due figure sulla destra del dipinto sono ispirate da oggetti d'artigianato africano. Le idee sviluppate in questo periodo portano quindi al successivo periodo cubista. Nell'opera di “Les Demoiselles d'Avignon” Picasso, attraverso l'abolizione di qualsiasi prospettiva o profondità, nelle due figure di destra è evidente l'influsso delle maschere rituali dell'Africa, soprattutto la figura in basso, con gli occhi ad altezza diversa, la torsione esagerata del naso e del corpo, evidenzia come Picasso sia giunto alla simultaneità delle immagini, cioè la presenza contemporanea di più punti di vista. La struttura dell'opera è data da un incastro geometricamente architettato di piani taglienti, ribaltati sulla superficie della tela quasi a voler rovesciare gli oggetti verso lo spettatore. L'immagine si compone di una serie di piani che si intersecano secondo angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto di una visione parziale.
Classicismo e surrealismo
Nel periodo successivo alla prima guerra mondiale Picasso produsse lavori di stile neoclassico. Questo "ritorno all'ordine" è evidente nel lavoro di numerosi artisti europei negli anni venti. I dipinti e i disegni di Picasso di questo periodo richiamano volontariamente all'opera dei grandi maestri del Rinascimento italiano, in particolare a Raffaello. Durante gli anni trenta il minotauro sostituisce l'arlecchino come motivo ricorrente e compare anche in Guernica. L'uso del minotauro è parte da ascriversi all'influenza del surrealismo.
Nel periodo successivo alla prima guerra mondiale Picasso produsse lavori di stile neoclassico. Questo "ritorno all'ordine" è evidente nel lavoro di numerosi artisti europei negli anni venti. I dipinti e i disegni di Picasso di questo periodo richiamano volontariamente all'opera dei grandi maestri del Rinascimento italiano, in particolare a Raffaello. Durante gli anni trenta il minotauro sostituisce l'arlecchino come motivo ricorrente e compare anche in Guernica. L'uso del minotauro è parte da ascriversi all'influenza del surrealismo.
Guernica
Considerato da molti il più famoso lavoro di Picasso, Guernica è dedicato al bombardamento tedesco dell'omonima cittadina basca ed è rimasto esposto al Museum of Modern Art di New York fino al 1981, anno in cui è stato restituito alla Spagna. Esposto inizialmente al Casón del Buen Retiro e poi al museo del Prado, nel 1992 è stato trasferito al Reina Sofía in occasione della sua apertura
L’aspetto curioso è legato al fatto che pur essendo un dipinto universalmente noto ed amato, non è molto chiaro il significato dei vari personaggi ed elementi inseriti da Picasso nella scena.
Di certo sappiamo che è ispirato al bombardamento della città basca di Guernica nel 1937 ad opera dell’aviazione tedesca durante la guerra civile spagnola. Guernica divenne una città simbolo delle atrocità della guerra, anche perché è stato il primo bombardamento aereo. C’è da notare che quello era giorno di mercato e di conseguenza dalle campagne vicine affluivano tante persone, questo ovviamente aumentò notevolmente il numero di vittime tra la popolazione.
Venuto a conoscenza dell’episodio, Picasso volle esprimere la sua rabbia e far conoscere al mondo le atrocità che avvenivano nel suo paese, con un’opera che avrebbe presentato all’esposizione mondiale di Parigi nel padiglione spagnolo.
Al di là delle possibili interpretazioni delle varie figure, Guernica esprime con forza e mostra gli orrori della guerra.
Le sue grandi dimensioni affascinano lo spettatore
utilizzo dei colori: il quadro è sostanzialmente monocromo, il riferimento va chiaramente alle foto dell’epoca che erano sviluppate in bianco e nero. Un po’ come se si trattasse di un documento, di una testimonianza diretta.
Sono presenti diversi simboli che aiutano a comprendere il significato drammatico del dipinto, dei quali però Picasso non diede una spiegazione precisa: Il cavallo che urla, secondo alcuni critici rappresenta la natura ferita, secondo altri il segno di come la nobiltà e la fierezza (tipiche del cavallo, ma anche della Spagna) vengano ferite a morte dalla brutalità della guerra; Il toro, simbolo della Spagna, è presente nella cultura occidentale con un duplice significato: da un lato, rappresenta la fertilità, la virilità, la forza, dall'altro è l'oscuro nemico da battere (come nella corrida spagnola); La donna col bambino morto in braccio, rappresenta il dolore universale dell'uomo; Il soldato caduto è il simbolo della gioventù distrutta dalle atrocità della guerra; Le donne, di cui una che scappa, una che regge un lume e un'altra che grida dall'interno di una casa, sono altri segni di dolore e rassegnazione; I segni della violenza (la ferita del cavallo, la spada spezzata in mano al soldato caduto, le bocche spalancate in un grido di dolore) rendono ancora di più la tragicità dell'evento; La luce non è più quella del Sole (che non continua a splendere su Guernica) ma proviene da due fonti artificiali: la lampada posta al centro della scena e il lume retto dalla donna dentro la casa; Il fiore in mano al soldato e l'uccello (forse una colomba) a sinistra della lampada sono, però, segni di pace e speranza. La composizione è simmetrica (la scena è divisa in due zone uguali dal muro del caseggiato); lo schema centrale è triangolare (due triangoli rettangoli che partono dalla parete del caseggiato); le figure laterali del toro a sinistra e della donna a destra fanno da quinte alla scena.
Al di là delle molte possibili interpretazioni delle singole figure, Picasso in Guernica comunica in modo immediato l’orrore e la sofferenza provocati dalla guerra, da qualsiasi guerra e probabilmente la sua genialità sta anche in questo: nell’aver creato, pur facendo riferimento ad un fatto storico ben preciso, un capolavoro che parla un linguaggio valido in ogni tempo e in ogni luogo.
Considerato da molti il più famoso lavoro di Picasso, Guernica è dedicato al bombardamento tedesco dell'omonima cittadina basca ed è rimasto esposto al Museum of Modern Art di New York fino al 1981, anno in cui è stato restituito alla Spagna. Esposto inizialmente al Casón del Buen Retiro e poi al museo del Prado, nel 1992 è stato trasferito al Reina Sofía in occasione della sua apertura
L’aspetto curioso è legato al fatto che pur essendo un dipinto universalmente noto ed amato, non è molto chiaro il significato dei vari personaggi ed elementi inseriti da Picasso nella scena.
Di certo sappiamo che è ispirato al bombardamento della città basca di Guernica nel 1937 ad opera dell’aviazione tedesca durante la guerra civile spagnola. Guernica divenne una città simbolo delle atrocità della guerra, anche perché è stato il primo bombardamento aereo. C’è da notare che quello era giorno di mercato e di conseguenza dalle campagne vicine affluivano tante persone, questo ovviamente aumentò notevolmente il numero di vittime tra la popolazione.
Venuto a conoscenza dell’episodio, Picasso volle esprimere la sua rabbia e far conoscere al mondo le atrocità che avvenivano nel suo paese, con un’opera che avrebbe presentato all’esposizione mondiale di Parigi nel padiglione spagnolo.
Al di là delle possibili interpretazioni delle varie figure, Guernica esprime con forza e mostra gli orrori della guerra.
Le sue grandi dimensioni affascinano lo spettatore
utilizzo dei colori: il quadro è sostanzialmente monocromo, il riferimento va chiaramente alle foto dell’epoca che erano sviluppate in bianco e nero. Un po’ come se si trattasse di un documento, di una testimonianza diretta.
Sono presenti diversi simboli che aiutano a comprendere il significato drammatico del dipinto, dei quali però Picasso non diede una spiegazione precisa: Il cavallo che urla, secondo alcuni critici rappresenta la natura ferita, secondo altri il segno di come la nobiltà e la fierezza (tipiche del cavallo, ma anche della Spagna) vengano ferite a morte dalla brutalità della guerra; Il toro, simbolo della Spagna, è presente nella cultura occidentale con un duplice significato: da un lato, rappresenta la fertilità, la virilità, la forza, dall'altro è l'oscuro nemico da battere (come nella corrida spagnola); La donna col bambino morto in braccio, rappresenta il dolore universale dell'uomo; Il soldato caduto è il simbolo della gioventù distrutta dalle atrocità della guerra; Le donne, di cui una che scappa, una che regge un lume e un'altra che grida dall'interno di una casa, sono altri segni di dolore e rassegnazione; I segni della violenza (la ferita del cavallo, la spada spezzata in mano al soldato caduto, le bocche spalancate in un grido di dolore) rendono ancora di più la tragicità dell'evento; La luce non è più quella del Sole (che non continua a splendere su Guernica) ma proviene da due fonti artificiali: la lampada posta al centro della scena e il lume retto dalla donna dentro la casa; Il fiore in mano al soldato e l'uccello (forse una colomba) a sinistra della lampada sono, però, segni di pace e speranza. La composizione è simmetrica (la scena è divisa in due zone uguali dal muro del caseggiato); lo schema centrale è triangolare (due triangoli rettangoli che partono dalla parete del caseggiato); le figure laterali del toro a sinistra e della donna a destra fanno da quinte alla scena.
Al di là delle molte possibili interpretazioni delle singole figure, Picasso in Guernica comunica in modo immediato l’orrore e la sofferenza provocati dalla guerra, da qualsiasi guerra e probabilmente la sua genialità sta anche in questo: nell’aver creato, pur facendo riferimento ad un fatto storico ben preciso, un capolavoro che parla un linguaggio valido in ogni tempo e in ogni luogo.
Gli ultimi anni
Negli anni cinquanta il suo stile cambia nuovamente; l'artista si dedica alla reinterpretazione dell'arte dei maestri producendo una serie di lavori ispirati ai dipinti di Velázquez e dipinti ispirati all'arte di Goya. Gli venne commissionato un bozzetto per una scultura di oltre quindici metri da installare a Chicago. Accolse l'invito con entusiasmo realizzando una scultura (Il Picasso di Chicago) dall'aspetto ambiguo e controverso.
Non è chiaro cosa la figura rappresenti, può sembrare un uccello, un cavallo, una donna o una figura completamente astratta. La scultura fu svelata nel 1967 e Picasso la donò alla città rifiutandone il pagamento di 100.000 dollari. Gli ultimi lavori di Picasso furono una miscela di stili. Dedicando tutte le sue energie al lavoro, Picasso divenne ancora più audace, colorato ed espressivo producendo dal 1968 al 1971 tantissimi dipinti e centinaia di acqueforti. All'epoca questi lavori furono pesantemente accolti dalla critica, salvo essere riscoperti dopo la morte dell'artista e valutati come opere di neoespressionismo.
Negli anni cinquanta il suo stile cambia nuovamente; l'artista si dedica alla reinterpretazione dell'arte dei maestri producendo una serie di lavori ispirati ai dipinti di Velázquez e dipinti ispirati all'arte di Goya. Gli venne commissionato un bozzetto per una scultura di oltre quindici metri da installare a Chicago. Accolse l'invito con entusiasmo realizzando una scultura (Il Picasso di Chicago) dall'aspetto ambiguo e controverso.
Non è chiaro cosa la figura rappresenti, può sembrare un uccello, un cavallo, una donna o una figura completamente astratta. La scultura fu svelata nel 1967 e Picasso la donò alla città rifiutandone il pagamento di 100.000 dollari. Gli ultimi lavori di Picasso furono una miscela di stili. Dedicando tutte le sue energie al lavoro, Picasso divenne ancora più audace, colorato ed espressivo producendo dal 1968 al 1971 tantissimi dipinti e centinaia di acqueforti. All'epoca questi lavori furono pesantemente accolti dalla critica, salvo essere riscoperti dopo la morte dell'artista e valutati come opere di neoespressionismo.
Buster Keaton
Muore nel 1966
per un cancro ai polmoni, la moglie racconta che morì dopo aver giocato
tranquillamente a carte con i suoi amici. Ho voluto inserirlo nella mia tesina
perché mi è piaciuto tantissimo l’accostamento fatto nel museo di Madrid Reina
Sofia con il cubismo e sono rimasto incantato dal cortometraggio ONE WEEK
Americano nato nel 1885 è attore e regista ed è uno dei più popolari e innovativi interpreti del cinema muto. E’ ricordato soprattutto per l’espressione stralunata e per la mimica che aveva sullo schermo. Il suo cinema stravolge ogni logica ed è un continuo rovesciamento di sensi: le azioni semplici diventano complesse e quelle impossibili diventano facilissime, ciò che sembra innocuo diventa un pericolo e le avversità si rivelano aiuti impensati.
Nei suoi film il mondo reale diventa astratto e surreale tutto ciò che è sbagliato è anche giusto e viceversa. E’ un regista sfrutta trucchi di montaggio ed effetti ottici.
In ONE WEEK una casa prefabbricata montata male diventa una giostra.
Buster è il primo di tre figli i genitori erano acrobati. A soli tre anni si esibisce nello spettacolo itinerante allestito dai suoi genitori, a sette anni fa il ventriloquo, il buffone, il giocoliere e sa compiere qualsiasi acrobazia. E’ un vero talento.
Nel 1909 la famiglia Keaton parte per una tournée in Inghilterra.
A New York conosce la moglie dalla quale avrà due figli.
Il personaggio di Buster Keaton è un uomo eternamente in lotta contro il mondo e la malvagità umana, che con la sua serietà, il suo carattere volitivo e determinato (connotato da un volto sempre impassibile, sia nella cattiva che nella buona sorte), alla fine riesce sempre a coniugare la vittoria e l'amore con il successo sociale e la ricchezza (ma più nel sogno che nella realtà, come in molti suoi film in cui successo e amore gli «cascano» addosso).
Buster Keaton non ebbe mai bisogno di controfigure e che spesso ciò che si vede nei suoi film è solo frutto delle sue doti fisiche e acrobatiche, rischiando in alcuni casi la vita.
L'avvento del sonoro implica una trasformazione complessiva del linguaggio cinematografico che miete molte vittime tra le star del muto e il genere più colpito è proprio quello comico.
Keton perde il lavoro divorzia con la moglie si sposerà altre due volte ma entra in un vortice negativo che lo porterà a rifugiarsi nell’alcool
Nel 1959 il cinema riconosce il suo grande contributo artistico assegnandogli un Oscar alla carriera, una carriera la sua piena di successi ma fatta anche di flop avendo lavorato in più di 100 film e avendo avuto una vita burrascosa.
Americano nato nel 1885 è attore e regista ed è uno dei più popolari e innovativi interpreti del cinema muto. E’ ricordato soprattutto per l’espressione stralunata e per la mimica che aveva sullo schermo. Il suo cinema stravolge ogni logica ed è un continuo rovesciamento di sensi: le azioni semplici diventano complesse e quelle impossibili diventano facilissime, ciò che sembra innocuo diventa un pericolo e le avversità si rivelano aiuti impensati.
Nei suoi film il mondo reale diventa astratto e surreale tutto ciò che è sbagliato è anche giusto e viceversa. E’ un regista sfrutta trucchi di montaggio ed effetti ottici.
In ONE WEEK una casa prefabbricata montata male diventa una giostra.
Buster è il primo di tre figli i genitori erano acrobati. A soli tre anni si esibisce nello spettacolo itinerante allestito dai suoi genitori, a sette anni fa il ventriloquo, il buffone, il giocoliere e sa compiere qualsiasi acrobazia. E’ un vero talento.
Nel 1909 la famiglia Keaton parte per una tournée in Inghilterra.
A New York conosce la moglie dalla quale avrà due figli.
Il personaggio di Buster Keaton è un uomo eternamente in lotta contro il mondo e la malvagità umana, che con la sua serietà, il suo carattere volitivo e determinato (connotato da un volto sempre impassibile, sia nella cattiva che nella buona sorte), alla fine riesce sempre a coniugare la vittoria e l'amore con il successo sociale e la ricchezza (ma più nel sogno che nella realtà, come in molti suoi film in cui successo e amore gli «cascano» addosso).
Buster Keaton non ebbe mai bisogno di controfigure e che spesso ciò che si vede nei suoi film è solo frutto delle sue doti fisiche e acrobatiche, rischiando in alcuni casi la vita.
L'avvento del sonoro implica una trasformazione complessiva del linguaggio cinematografico che miete molte vittime tra le star del muto e il genere più colpito è proprio quello comico.
Keton perde il lavoro divorzia con la moglie si sposerà altre due volte ma entra in un vortice negativo che lo porterà a rifugiarsi nell’alcool
Nel 1959 il cinema riconosce il suo grande contributo artistico assegnandogli un Oscar alla carriera, una carriera la sua piena di successi ma fatta anche di flop avendo lavorato in più di 100 film e avendo avuto una vita burrascosa.
I suoi cortometraggi comici
One Week (una moderna lotta fra l'uomo e la natura, rappresentata da una casa prefabbricata che non riesce a montare),
Neighbours (una commedia degli equivoci basata su un biglietto d'amore che capita nelle mani sbagliate),
Convict 13 (un sogno durante il quale uno scambio di persona porta Buster vicino all'impiccagione),
The Goat (scambiato per un assassino, Buster fugge, seduto sul respingente anteriore di una locomotiva),
The Playhouse il surreale tour de force (Buster crede di essere in un teatro e si risveglia in camera sua, ma quando gli portano via i mobili si rende conto di essere in un teatro. Keaton fa tutte le parti, comprese quelle di otto orchestrali e di una scimmia).
The Electric House (distruzione progressiva di una casa da parte di un impianto elettrico montato da un elettricista improvvisato)
Cops (una delle più brillanti slapstick di sempre: inseguimento di uno stormo di poliziotti tutti uguali, geometricamente evitati dal furbo Buster.
One Week (una moderna lotta fra l'uomo e la natura, rappresentata da una casa prefabbricata che non riesce a montare),
Neighbours (una commedia degli equivoci basata su un biglietto d'amore che capita nelle mani sbagliate),
Convict 13 (un sogno durante il quale uno scambio di persona porta Buster vicino all'impiccagione),
The Goat (scambiato per un assassino, Buster fugge, seduto sul respingente anteriore di una locomotiva),
The Playhouse il surreale tour de force (Buster crede di essere in un teatro e si risveglia in camera sua, ma quando gli portano via i mobili si rende conto di essere in un teatro. Keaton fa tutte le parti, comprese quelle di otto orchestrali e di una scimmia).
The Electric House (distruzione progressiva di una casa da parte di un impianto elettrico montato da un elettricista improvvisato)
Cops (una delle più brillanti slapstick di sempre: inseguimento di uno stormo di poliziotti tutti uguali, geometricamente evitati dal furbo Buster.