Ludwig Van Beethoven
Collegare la musica al gioco poteva essere facile cercando sempre tra i numerosi videogiochi che esistono, conosco infatti Guitar Hero un gioco che banalizza l’importanza e l’emozione che da suonare uno strumento vero. Ho quindi voluto trovare un collegamento che desse dignità alla musica e navigando nella rete ho scoperto che nei giochi olimpici del 1956 a Melbourne, in Australia, fu decisa la partecipazione congiunta della Germania est ed ovest che utilizzarono come inno nazionale “L’inno alla Gioia” di Beethoven. L’idea di parlare di questo grande artista e di avere l’onore di suonare la sua musica mi ha subito esaltato e con il mio maestro di musica, ho cercato, purtroppo in poco tempo, di riuscire nell’impresa e di poter, in soli tre minuti di esecuzione, trasmettere una piccola parte di quelle emozioni che la musica mi regala anche a voi.
Ludwig Van Beethoven nacque a Bonn, Germania, nel 1770. Trascorse un’infanzia triste, il pade era musicista di corte e voleva farlo diventare un bambino prodigio facendolo esercitare anche di notte. Ludwig era molto dotato infatti già all’età di otto anni riusciva a eseguire le opere di Mozart e Haydn in concerti pubblici. Nel 1792 si trasferì a Vienna dove fu entusiasmato degli ideali di libertà della Rivoluzione francese del 1789. Scrisse la Terza Sinfonia ( chiamata Eroica ) dedicandola a Napoleone ma restò deluso dal fatto che Napoleone abbandonò i suoi ideali per diventare Imperatore. Nel 1806 Beethoven iniziò a soffrire di sordità, abbandonando così la carriera di esecutore per dedicarsi alla composizione. Compose molte opere tra cui ricordiamo: 9 Sinfonie, 6 Overtours, un’opera Lirica e molti brani per pianoforte tra cui Per Elisa, in queste opere rispecchia la realtà storica e le passioni dell’animo umano: le lotte, gli ideali, le vittorie e le sconfitte. Nei suoi ultimi anni di vita compose realizzo le sue più grandi composizioni come gli ultimi Quartetti, una Missa Solemnis e la Nona sinfonia che riuscì a ascoltare solo nella sua testa. Nella Nona sinfonia è presente L’Inno alla Gioia che arriva verso la fine, inizialmente è introdotto dai violoncelli e i contrabbassi e poco a poco si estende al resto dell’orchestra in seguito la voce umana prende il sopravvento sugli strumenti. Nelle voci il suono va dalle voci soliste al coro, alla fine si passa a un ritmo prestissimo che serve a invocare la gioia e la fratellanza fra gli uomini.
Figura cruciale della musica colta occidentale, fu l'ultimo rappresentante di rilievo del classicismo viennese, nonché precursore del romanticismo. È considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Beethoven ha lasciato una produzione musicale fondamentale, straordinaria per la sua forza espressiva e per la capacità di evocare una gran mutevolezza di emozioni.
Beethoven influenzò fortemente il linguaggio musicale del XIX secolo e di quelli successivi, tanto da rappresentare un modello per molti compositori. Il mito del Beethoven artista eroico, capace di trasmettere attraverso la sua opera ogni sua emozione, esperienza personale o sentimento, crebbe moltissimo nel periodo Romantico,ciò nonostante, pur anticipando molti aspetti del futuro romanticismo, la sua adesione alle regole dell'armonia, il rigetto dei cromatismi, nonché la cura dell'equilibrio formale dei brani, lo collocano nel solco della tradizione del Classicismo.
Ludwig Van Beethoven morì a Vienna nel 1827.
Per quanto riguarda la piccola esecuzione che propongo si tratta dell'op. 27 n. 2 che venne completata nel 1801. Beethoven dedicò quest'opera alla sua alunna prediletta, la diciannovenne Contessa Giulietta Guicciardi, di cui egli era (o era stato) innamorato.
È una delle più famose composizioni pianistiche di ogni tempo, sebbene Beethoven non la considerasse una delle sue migliori sonate. La sonata si apre con un adagio, fatto inusuale per l'epoca, ed è probabilmente questo il motivo per cui Beethoven la denominò Quasi una Fantasia: per indicarne il suo carattere libero ed originale, tipico del periodo romantico.