II GUERRA MONDIALE: LA GUERRA NEL PACIFICO
Prendendo ispirazione dal gioco”Call’of duty world at war” ho pensato di portare come argomento di storia la seconda guerra mondiale in particolare lo scontro tra Americani e Giapponesi e gli anni che successero alla giornata di Pearl Harbor che ha fatto iniziare lo scontro tra americani e giapponesi nel Pacifico.
La situazione nel Giappone
La partecipazione del Giappone alla I Guerra Mondiale gli aveva consentito di rafforzare la sua posizione di massima potenza Asiatica e di rafforzare la sua struttura produttiva grazie alla conquista di nuovi mercati non più raggiungibili dalle potenze Europee impegnate nel conflitto. La crescita della popolazione (da 44 milioni all’ inizio del secolo a 65 milioni nel 1930), i grandi proprietari terrieri e gli alti gradi militari spingevano il Giappone verso una politica imperialistica che voleva espandersi nel Pacifico e sull’ intera Asia Orientale, il suo obiettivo principale diventava la sottomissione di vaste zone della Cina. Durante gli anni 20 anche in Giappone comparvero dei movimenti autoritari di destra ispirati ai modelli fascisti.
Alla fine degli anni ‘ 20 queste tendenze furono favorite sia dalla conseguenza della grande crisi economica del ’29 (che pur facendosi sentire meno che in Europa determinò una diminuzione delle attività economiche), sia dalla preoccupazione nella classe dirigente dei progressi delle sinistre durante le elezioni del 1928.
L’autoritarismo Giapponese non sfociò immediatamente in forme esplicitamente fasciste ma ci fu ugualmente una dura repressione contro i movimenti operai o contro chi si opponeva al regime. Nel 1937 il Giappone sferrava un attacco contro l’intero territorio cinese, anche se la resistenza cinese fu accanita non bastò a impedire che i giapponesi proseguissero la loro avanzata. Così nel 1939 dopo due anni di guerra il Giappone controllava buona parte della zona costiera tutto il nord-est e tutte le città più importanti. Ma a questo punto le vicende della guerra Cino-Giapponese cominciarono a intrecciarsi con le vicende del secondo conflitto mondiale.
La partecipazione del Giappone alla I Guerra Mondiale gli aveva consentito di rafforzare la sua posizione di massima potenza Asiatica e di rafforzare la sua struttura produttiva grazie alla conquista di nuovi mercati non più raggiungibili dalle potenze Europee impegnate nel conflitto. La crescita della popolazione (da 44 milioni all’ inizio del secolo a 65 milioni nel 1930), i grandi proprietari terrieri e gli alti gradi militari spingevano il Giappone verso una politica imperialistica che voleva espandersi nel Pacifico e sull’ intera Asia Orientale, il suo obiettivo principale diventava la sottomissione di vaste zone della Cina. Durante gli anni 20 anche in Giappone comparvero dei movimenti autoritari di destra ispirati ai modelli fascisti.
Alla fine degli anni ‘ 20 queste tendenze furono favorite sia dalla conseguenza della grande crisi economica del ’29 (che pur facendosi sentire meno che in Europa determinò una diminuzione delle attività economiche), sia dalla preoccupazione nella classe dirigente dei progressi delle sinistre durante le elezioni del 1928.
L’autoritarismo Giapponese non sfociò immediatamente in forme esplicitamente fasciste ma ci fu ugualmente una dura repressione contro i movimenti operai o contro chi si opponeva al regime. Nel 1937 il Giappone sferrava un attacco contro l’intero territorio cinese, anche se la resistenza cinese fu accanita non bastò a impedire che i giapponesi proseguissero la loro avanzata. Così nel 1939 dopo due anni di guerra il Giappone controllava buona parte della zona costiera tutto il nord-est e tutte le città più importanti. Ma a questo punto le vicende della guerra Cino-Giapponese cominciarono a intrecciarsi con le vicende del secondo conflitto mondiale.
Il Giappone era legato all’Italia e Germania dal Patto Tripartito stipulato nel 1940 e intendeva approfittare della guerra in Europa per allargare le sue aspirazioni nei territori Asiatici. Così contemporaneamente all’attacco tedesco alla Francia il Giappone decide di occupare l’Indocina Francese. A questo punto Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna avevano reagito decretando il blocco delle esportazioni verso il Giappone.
Il Giappone, paese industrialmente sviluppato ma povero di materie prime, si trovò costretto a scegliere tra due vie: o piegarsi alle richieste occidentali, che esigevano il ritiro dalla Cina e l’Indocina, o scatenare una guerra e conquistare nuovi territori ricchi di materie prime necessarie per la sua politica di grande potenza.
L'impero giapponese assicurava agli Stati Uniti che la progressiva espansione nel Sud-Est dell'Asia sarebbe stata pacifica, ma il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, grazie a un sistema chiamato Magic della Marina statunitense, che riusciva a decifrare i codici segreti dei Giapponesi, sapeva con certezza che le intenzioni del Giappone erano tutt'altro che pacifiche. La Marina nipponica si preparava a sferrare un attacco fulmineo che doveva dare un colpo mortale agli Stati Uniti.
Il Giappone, paese industrialmente sviluppato ma povero di materie prime, si trovò costretto a scegliere tra due vie: o piegarsi alle richieste occidentali, che esigevano il ritiro dalla Cina e l’Indocina, o scatenare una guerra e conquistare nuovi territori ricchi di materie prime necessarie per la sua politica di grande potenza.
L'impero giapponese assicurava agli Stati Uniti che la progressiva espansione nel Sud-Est dell'Asia sarebbe stata pacifica, ma il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, grazie a un sistema chiamato Magic della Marina statunitense, che riusciva a decifrare i codici segreti dei Giapponesi, sapeva con certezza che le intenzioni del Giappone erano tutt'altro che pacifiche. La Marina nipponica si preparava a sferrare un attacco fulmineo che doveva dare un colpo mortale agli Stati Uniti.
Cosa succedeva negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, invece, regnava un clima di totale rifiuto della guerra ma Roosevelt era convinto che gli Stati Uniti sarebbero dovuti entrare in guerra a fianco della Gran Bretagna, per evitare di trovarsi in seguito a dover combattere da soli contro un mondo nazista.
Roosevelt sapeva che per convincere il paese, che rifiutava la guerra, era necessario un cataclisma che portasse il Senato a formulare una dichiarazione di guerra, anche se non vi era la sicurezza che la nazione avrebbe risposto con uno slancio unanime all'entrata nel conflitto. Era indispensabile che una delle potenze dell'Asse desse inizio al combattimento, sferrando un attacco drammatico che avrebbe sconvolto la popolazione e la avrebbe convinta definitivamente della necessità di partecipare al conflitto.
A Washington i gruppi di decrittatori potevano decifrare in tempo utile i codici diplomatici giapponesi ed erano quindi coscienti della preparazione dell’attacco giapponese a Pearl Harbor. Non si riesce a capire, perciò, il motivo per cui la flotta dell'isola del Pacifico non fosse stata avvertita dell'imminenza dell'attacco.
quando a New York arriva la notizia dell'attacco del Giappone alla flotta americana il presidente Roosvelt farà un discorso agli americani rompendo ogni dubbio alla guerra
Negli Stati Uniti, invece, regnava un clima di totale rifiuto della guerra ma Roosevelt era convinto che gli Stati Uniti sarebbero dovuti entrare in guerra a fianco della Gran Bretagna, per evitare di trovarsi in seguito a dover combattere da soli contro un mondo nazista.
Roosevelt sapeva che per convincere il paese, che rifiutava la guerra, era necessario un cataclisma che portasse il Senato a formulare una dichiarazione di guerra, anche se non vi era la sicurezza che la nazione avrebbe risposto con uno slancio unanime all'entrata nel conflitto. Era indispensabile che una delle potenze dell'Asse desse inizio al combattimento, sferrando un attacco drammatico che avrebbe sconvolto la popolazione e la avrebbe convinta definitivamente della necessità di partecipare al conflitto.
A Washington i gruppi di decrittatori potevano decifrare in tempo utile i codici diplomatici giapponesi ed erano quindi coscienti della preparazione dell’attacco giapponese a Pearl Harbor. Non si riesce a capire, perciò, il motivo per cui la flotta dell'isola del Pacifico non fosse stata avvertita dell'imminenza dell'attacco.
quando a New York arriva la notizia dell'attacco del Giappone alla flotta americana il presidente Roosvelt farà un discorso agli americani rompendo ogni dubbio alla guerra
Attacco
L'operazione militare di Pearl Harbor fu ideata dall'ammiraglio Yamamoto e prevedeva una strategia semplice ma estremamente brutale: distruggere completamente la base avversaria tramite azioni rapide, ottenendo la supremazia nei cieli grazie alle portaerei. Se l'attacco fosse andato a buon fine, il Giappone avrebbe creato una barriera difensiva con altre isole del Pacifico che neanche gli Stati Uniti,al massimo della loro potenza, avrebbero potuto valicare.
L’ammiraglio Yamamoto per sviluppare il suo progetto ordinò a un ristretto gruppo di stato maggiore di studiare un attacco di sorpresa contro Pearl Harbor perché sapeva che solo un colpo schiacciante assestato alla principale formazione navale avversaria avrebbe garantito al Giappone una facile conquista dei suoi obiettivi nell’Asia sud-orientale.
il 6 dicembre, a notte fatta, la flotta Giapponese salpò definitivamente contro il suo obiettivo e, dato che gli americani ascoltavano alla radio programmi ricreativi, vi era la consapevolezza che essi non sospettassero nulla.
L'operazione militare di Pearl Harbor fu ideata dall'ammiraglio Yamamoto e prevedeva una strategia semplice ma estremamente brutale: distruggere completamente la base avversaria tramite azioni rapide, ottenendo la supremazia nei cieli grazie alle portaerei. Se l'attacco fosse andato a buon fine, il Giappone avrebbe creato una barriera difensiva con altre isole del Pacifico che neanche gli Stati Uniti,al massimo della loro potenza, avrebbero potuto valicare.
L’ammiraglio Yamamoto per sviluppare il suo progetto ordinò a un ristretto gruppo di stato maggiore di studiare un attacco di sorpresa contro Pearl Harbor perché sapeva che solo un colpo schiacciante assestato alla principale formazione navale avversaria avrebbe garantito al Giappone una facile conquista dei suoi obiettivi nell’Asia sud-orientale.
il 6 dicembre, a notte fatta, la flotta Giapponese salpò definitivamente contro il suo obiettivo e, dato che gli americani ascoltavano alla radio programmi ricreativi, vi era la consapevolezza che essi non sospettassero nulla.
La base di Pearl Harbor era considerata la unica ragionevolmente equipaggiata,.
Intorno alle 7.50 del 7 Dicembre, al messaggio radio di "Tora, Tora, Tora" venne lanciata la prima bomba da uno dei 183 aerei giapponesi. Il primo obiettivo furono le 6 corazzate ancorate al centro della rada di Pearl Harbor che affondarono una dopo l’altra, tutta l’isola era invasa da un fumo denso e nero. Affondate in poco tempo le navi, si passò immediatamente alla seconda ondata di bombardamento, diretta sugli impianti a terra della base. Vennero rasi al suolo tutti gli impianti, vennero mitragliati i depositi di munizioni, i baraccamenti e le caserme. I giapponesi avevano trascurato l'attacco al deposito di carburante americano che, se distrutto, avrebbe causato l'immobilità delle truppe statunitensi.
Il bilancio delle operazioni, dopo due ore di continui attacchi, era impressionante: le perdite umane ammontavano a 2403 morti americani.
Intorno alle 7.50 del 7 Dicembre, al messaggio radio di "Tora, Tora, Tora" venne lanciata la prima bomba da uno dei 183 aerei giapponesi. Il primo obiettivo furono le 6 corazzate ancorate al centro della rada di Pearl Harbor che affondarono una dopo l’altra, tutta l’isola era invasa da un fumo denso e nero. Affondate in poco tempo le navi, si passò immediatamente alla seconda ondata di bombardamento, diretta sugli impianti a terra della base. Vennero rasi al suolo tutti gli impianti, vennero mitragliati i depositi di munizioni, i baraccamenti e le caserme. I giapponesi avevano trascurato l'attacco al deposito di carburante americano che, se distrutto, avrebbe causato l'immobilità delle truppe statunitensi.
Il bilancio delle operazioni, dopo due ore di continui attacchi, era impressionante: le perdite umane ammontavano a 2403 morti americani.
California Westvirginia Oklaoma Nevada Arizona Tennesee
ATTACCO A PEARL HARBOR( FILM )
Nessuno riuscì mai a capire il vero motivo per cui le supreme autorità americane non avessero messo al corrente la flotta di Pearl Harbor dell'attacco del Giappone, pur conoscendone le vere intenzioni. Su questo fatto furono scritti numerosi saggi letterari, sembra proprio che Pearl Harbor abbia fatto da esca e provocare così un’aggressione che avrebbe costretto gli americani ad entrare in guerra. Anche se questo mistero non è stato tuttora svelato, resta il fatto che l'attacco di Pearl Harbor segnò una svolta fondamentale nella seconda guerra mondiale e né mutò l’esito finale.
Dopo l’attacco gli USA dichiararono guerra al Giappone ed entrarono in guerra.
LA GUERRA NEL PACIFICO CONTINUA
L’8 dicembre i Giapponesi attaccarono Hong Kong (colonia degli inglesi) e la conquistarono mostrando subito la loro superiorità aerea. Gli inglesi vennero annientati anche se cercarono di porre resistenza. L’offensiva Giapponese fu violentissima, le truppe nipponiche penetrarono anche in un ospedale da campo britannico torturando e assassinando più di 60 soldati lì ricoverati. Dopo 18 giorni di intensa battaglia il governatore dell’isola firmò l’armistizio.
Nei giorni successivi alla capitolazione, le truppe giapponesi si macchiarono di orrendi crimini su i civili e sulle donne.
Nei giorni successivi alla capitolazione, le truppe giapponesi si macchiarono di orrendi crimini su i civili e sulle donne.
Port Moresby in Nuova Guinea, nel Mar dei Coralli
Ora i giapponesi controllavano i principali punti strategici del Pacifico e iniziarono addirittura a minacciare l’Australia, un obiettivo ambizioso ma che da sempre aveva affascinato i capi militari Giapponesi. Era però necessario mettere prima fuori causa la base alleata di Port Moresby in Nuova Guinea. Gli alleati, informati dall’aviazione Australiana e da un intenso traffico radio. Supposero che l’obiettivo dei Giapponesi non poteva essere che Port Moresby, unica base alleata che impediva ai Giapponesi di attaccare direttamente l’Australia. L’ ammiraglio giapponese sapeva che la flotta Americana era vicina ma non riusciva ad individuarla con precisione. Le due flotte, Americana e Giapponese non riuscivano ad avvistarsi, c’erano numerose nuvole basse che coprivano vaste zone di mare. Gli incrociatori Australiani si misero in difesa di quello che ritenevano un punto di passaggio obbligatorio per i giapponesi che volevano attaccare. Gli attacchi aerei dei Giapponesi non riuscirono a smuovere gli incrociatori. Port Moresby era salva.
L’Esito della Battaglia del Mar dei Coralli questa fu la prima battaglia aereonavale della storia combattuta esclusivamente da aerei, senza il diretto contatto tra le unità navali fu una vittoria parziale della flotta Giapponese. Anche se i giapponesi avevano avuto la meglio abbattendo numerosi aerei americani, gli alleati erano riusciti ad impedire lo sbarco del Giappone in Nuova Guinea
Ora i giapponesi controllavano i principali punti strategici del Pacifico e iniziarono addirittura a minacciare l’Australia, un obiettivo ambizioso ma che da sempre aveva affascinato i capi militari Giapponesi. Era però necessario mettere prima fuori causa la base alleata di Port Moresby in Nuova Guinea. Gli alleati, informati dall’aviazione Australiana e da un intenso traffico radio. Supposero che l’obiettivo dei Giapponesi non poteva essere che Port Moresby, unica base alleata che impediva ai Giapponesi di attaccare direttamente l’Australia. L’ ammiraglio giapponese sapeva che la flotta Americana era vicina ma non riusciva ad individuarla con precisione. Le due flotte, Americana e Giapponese non riuscivano ad avvistarsi, c’erano numerose nuvole basse che coprivano vaste zone di mare. Gli incrociatori Australiani si misero in difesa di quello che ritenevano un punto di passaggio obbligatorio per i giapponesi che volevano attaccare. Gli attacchi aerei dei Giapponesi non riuscirono a smuovere gli incrociatori. Port Moresby era salva.
L’Esito della Battaglia del Mar dei Coralli questa fu la prima battaglia aereonavale della storia combattuta esclusivamente da aerei, senza il diretto contatto tra le unità navali fu una vittoria parziale della flotta Giapponese. Anche se i giapponesi avevano avuto la meglio abbattendo numerosi aerei americani, gli alleati erano riusciti ad impedire lo sbarco del Giappone in Nuova Guinea
Battaglia delle Midway giugno 1942
Quella delle Midway fu una delle battaglie decisive della seconda guerra mondiale. La disparità tra i due contendenti sembrava talmente forte che il successo dei Giapponesi veniva dato per scontato; la loro sconfitta, quindi, risollevò il morale degli Americani, che ridimensionarono la potenza degli avversari. Le Midway costituivano una base strategica per le forze americane che tentavano di arrestare l'avanzata giapponese attraverso il Pacifico. I giapponesi per la conquista dell’atollo misero in mare una grande squadra navale. I giapponesi volevano disorientare la difesa americana facendole credere che invece delle Midway avrebbero attaccato le isole Aleutine, più a nord, ma l’inganno non riuscì. Gli americani riuscirono a conoscere i piani dei giapponesi, grazie alla decrittazione di alcuni dispacci radio dei giapponesi, quindi poterono adottare tempestivamente tutte le misure necessarie contro i giapponesi. Le flotte giapponesi vennero completamente distrutte. Le conseguenze della battaglia furono importantissime. Con lo scontro di Midway,durato solo due giorni, si chiuse il periodo dell'incontrastata offensiva nipponica e gli americani, dal cauto atteggiamento difensivo adottato dopo Pearl Harbour, passarono a quello offensivo.
Quella delle Midway fu una delle battaglie decisive della seconda guerra mondiale. La disparità tra i due contendenti sembrava talmente forte che il successo dei Giapponesi veniva dato per scontato; la loro sconfitta, quindi, risollevò il morale degli Americani, che ridimensionarono la potenza degli avversari. Le Midway costituivano una base strategica per le forze americane che tentavano di arrestare l'avanzata giapponese attraverso il Pacifico. I giapponesi per la conquista dell’atollo misero in mare una grande squadra navale. I giapponesi volevano disorientare la difesa americana facendole credere che invece delle Midway avrebbero attaccato le isole Aleutine, più a nord, ma l’inganno non riuscì. Gli americani riuscirono a conoscere i piani dei giapponesi, grazie alla decrittazione di alcuni dispacci radio dei giapponesi, quindi poterono adottare tempestivamente tutte le misure necessarie contro i giapponesi. Le flotte giapponesi vennero completamente distrutte. Le conseguenze della battaglia furono importantissime. Con lo scontro di Midway,durato solo due giorni, si chiuse il periodo dell'incontrastata offensiva nipponica e gli americani, dal cauto atteggiamento difensivo adottato dopo Pearl Harbour, passarono a quello offensivo.
Battaglia di Guadalcanal agosto '42 febbraio '43.
Gli Alleati, che erano passati all’ offensiva sbarcarono sull'isola di Guadalcanal, nelle Salomone meridionali, dove l'Impero Giapponese all'inizio del luglio 1942 aveva cominciato a costruirvi sulla costa nord una pista aerea. Il 7 agosto 1942 le forze alleate, principalmente composte da truppe americane, sbarcarono sull'isola di Guadalcanal, per privare il Giappone di tali basi e conquistare l'aeroporto. Le isole sarebbero servite agli Alleati per supportare una campagna volta a neutralizzare i giapponesi.
Sorpresi dall'offensiva, i giapponesi effettuarono tra agosto e novembre numerosi tentativi di riprendere l'isola e la base aerea, ma non ci riuscirono e rinunciarono alla riconquista dell’isola che rimase definitivamente nelle mani degli alleati.
La campagna di Guadalcanal segnò la prima grande vittoria strategica degli Alleati sul Giappone e perciò venne spesso definita il punto di svolta della guerra. Dopo questa campagna il Giappone fu sempre più costretto a difendersi.
Questa Battaglia si svolse esattamente nello stesso periodo di tempo di quella di Stalingrado in Europa.
Gli Alleati, che erano passati all’ offensiva sbarcarono sull'isola di Guadalcanal, nelle Salomone meridionali, dove l'Impero Giapponese all'inizio del luglio 1942 aveva cominciato a costruirvi sulla costa nord una pista aerea. Il 7 agosto 1942 le forze alleate, principalmente composte da truppe americane, sbarcarono sull'isola di Guadalcanal, per privare il Giappone di tali basi e conquistare l'aeroporto. Le isole sarebbero servite agli Alleati per supportare una campagna volta a neutralizzare i giapponesi.
Sorpresi dall'offensiva, i giapponesi effettuarono tra agosto e novembre numerosi tentativi di riprendere l'isola e la base aerea, ma non ci riuscirono e rinunciarono alla riconquista dell’isola che rimase definitivamente nelle mani degli alleati.
La campagna di Guadalcanal segnò la prima grande vittoria strategica degli Alleati sul Giappone e perciò venne spesso definita il punto di svolta della guerra. Dopo questa campagna il Giappone fu sempre più costretto a difendersi.
Questa Battaglia si svolse esattamente nello stesso periodo di tempo di quella di Stalingrado in Europa.
Battaglia delle isole Marshall (gennaio - febbraio '43).
Le Isole Marshall sono un vasto arcipelago, furono conquistate dal Giappone durante la I Guerra Mondiale . Qui gli Americani vi effettuarono una serie di operazioni militari sia aeree che terrestri ci furono numerosi combattimenti di una durezza incredibile che videro la morte di oltre 10.000 giapponesi. I combattimenti si conclusero con la conquista da parte degli americani di alcuni atolli in posizioni strategiche.
La campagna si sviluppò in un arco di tempo limitato a causa della schiacciante superiorità in uomini e mezzi di cui disponevano gli statunitensi; inoltre nutriti bombardamenti effettuati prima degli sbarchi danneggiarono gravemente le fortificazioni giapponesi, soprattutto nelle Marshall.
Le Isole Marshall sono un vasto arcipelago, furono conquistate dal Giappone durante la I Guerra Mondiale . Qui gli Americani vi effettuarono una serie di operazioni militari sia aeree che terrestri ci furono numerosi combattimenti di una durezza incredibile che videro la morte di oltre 10.000 giapponesi. I combattimenti si conclusero con la conquista da parte degli americani di alcuni atolli in posizioni strategiche.
La campagna si sviluppò in un arco di tempo limitato a causa della schiacciante superiorità in uomini e mezzi di cui disponevano gli statunitensi; inoltre nutriti bombardamenti effettuati prima degli sbarchi danneggiarono gravemente le fortificazioni giapponesi, soprattutto nelle Marshall.
Battaglia delle isole Marianne (giugno-agosto '44).
La Battaglia delle Marianne fu indubbiamente la più spettacolare battaglia tra portaerei della Seconda Guerra Mondiale. Si fronteggiarono da un lato la ormai invincibile armata americana, composta da un numero impressionante di portaerei, corazzate e incrociatori, dall'altro l'intera Marina Imperiale Giapponese, pronta al sacrificio estremo. I Giapponesi avevano il vantaggio di giocare in casa e quindi avevano a disposizione un impressionante quantitativo di aerei di base sulle isole dell'arcipelago delle Marianne, pronti a colpire mortalmente le portaerei americane. Questa battaglia si risolse a favore degli Americani grazie al sommergibile che riuscì ad affondare in rapida successione le più grandi ed importanti portaerei giapponesi
I Giapponesi pur di non consegnarsi vivi agli americani si suicidarono facendo harakiri o facendosi saltare in aria nei bunker. Durante alcune delle battaglie i marines usarono per la prima volta il napalm per far uscire i giapponesi dai bunker nei quali si barricavano. La conquista delle isole Marianne fu importantissima dal punto di vista strategico perché in tutte queste isole i giapponesi avevano costruito aeroporti per far partire i loro bombardieri. Conquistando queste isole, gli americani usarono le piste di decollo per far partire verso il Giappone i bombardieri che dovevano bombardare le grandi città industriali giapponesi.
Da questi aeroporti partì il B-29 che sganciò la bomba atomica su Hiroshima.
La Battaglia delle Marianne fu indubbiamente la più spettacolare battaglia tra portaerei della Seconda Guerra Mondiale. Si fronteggiarono da un lato la ormai invincibile armata americana, composta da un numero impressionante di portaerei, corazzate e incrociatori, dall'altro l'intera Marina Imperiale Giapponese, pronta al sacrificio estremo. I Giapponesi avevano il vantaggio di giocare in casa e quindi avevano a disposizione un impressionante quantitativo di aerei di base sulle isole dell'arcipelago delle Marianne, pronti a colpire mortalmente le portaerei americane. Questa battaglia si risolse a favore degli Americani grazie al sommergibile che riuscì ad affondare in rapida successione le più grandi ed importanti portaerei giapponesi
I Giapponesi pur di non consegnarsi vivi agli americani si suicidarono facendo harakiri o facendosi saltare in aria nei bunker. Durante alcune delle battaglie i marines usarono per la prima volta il napalm per far uscire i giapponesi dai bunker nei quali si barricavano. La conquista delle isole Marianne fu importantissima dal punto di vista strategico perché in tutte queste isole i giapponesi avevano costruito aeroporti per far partire i loro bombardieri. Conquistando queste isole, gli americani usarono le piste di decollo per far partire verso il Giappone i bombardieri che dovevano bombardare le grandi città industriali giapponesi.
Da questi aeroporti partì il B-29 che sganciò la bomba atomica su Hiroshima.
Battaglia delle isole Filippine (ottobre '44-giugno '45).
E’ considerata la più grande battagli navale della storia moderna. Le navi coinvolte furono numerosissime. La battaglia è inoltre la prima in cui aerei giapponesi attaccarono i nemici impiegando la tattica kamikaze, aerei giapponesi si lanciavano sulle portaerei americane.
E’ considerata la più grande battagli navale della storia moderna. Le navi coinvolte furono numerosissime. La battaglia è inoltre la prima in cui aerei giapponesi attaccarono i nemici impiegando la tattica kamikaze, aerei giapponesi si lanciavano sulle portaerei americane.
Iwo Jima e Okinawa febbraio-giugno 1945
Tra le tante battaglie quella di Iwo Jima e quella di Okinawa sono conosciute in tutto il mondo. La durezza dei combattimenti, il coraggio dei marines e la resistenza dei Giapponesi hanno fatto si che queste battaglie siano diventate quasi leggendarie. Iwo Jima e Okinawa sono due isole a sud del Giappone. Per la conquista di queste isole Giapponesi e Americani lottarono centimetro per centimetro anche a costo di perdite spaventose e di sacrifici immensi. Sull’isola di Iwo Jima una superficie di 20 Kmq, c’erano 25.000 giapponesi, vi sbarcarono 70.000 marines. I Giapponesi vi avevano costruito 20 Km di gallerie in condizioni climatiche estreme (l’isola è vulcanica la temperatura sfiora i 50 gradi)
A Okinawa morirono tantissimi civili. La conquista dell’isola fu un grande massacro. La battaglia di Okinawa convinse il presidente americano Truman a lanciare in seguito le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Pur di non consegnarsi agli americani gli abitanti di Okinawa si suicidarono in massa con tutte le loro famiglie assieme ai soldati giapponesi
Tra le tante battaglie quella di Iwo Jima e quella di Okinawa sono conosciute in tutto il mondo. La durezza dei combattimenti, il coraggio dei marines e la resistenza dei Giapponesi hanno fatto si che queste battaglie siano diventate quasi leggendarie. Iwo Jima e Okinawa sono due isole a sud del Giappone. Per la conquista di queste isole Giapponesi e Americani lottarono centimetro per centimetro anche a costo di perdite spaventose e di sacrifici immensi. Sull’isola di Iwo Jima una superficie di 20 Kmq, c’erano 25.000 giapponesi, vi sbarcarono 70.000 marines. I Giapponesi vi avevano costruito 20 Km di gallerie in condizioni climatiche estreme (l’isola è vulcanica la temperatura sfiora i 50 gradi)
A Okinawa morirono tantissimi civili. La conquista dell’isola fu un grande massacro. La battaglia di Okinawa convinse il presidente americano Truman a lanciare in seguito le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Pur di non consegnarsi agli americani gli abitanti di Okinawa si suicidarono in massa con tutte le loro famiglie assieme ai soldati giapponesi
Bombardamento di Tokyo (9/10 marzo '45).
Fu il piu violento bombardamento della storia.Tokyo fu bombardata da 334 B-29 e la città si trasformò in una specie di palla incandescente. Morirono più di 70.000 persone in meno di due ore.
Fu il piu violento bombardamento della storia.Tokyo fu bombardata da 334 B-29 e la città si trasformò in una specie di palla incandescente. Morirono più di 70.000 persone in meno di due ore.
Bombardamento nucleare di Hiroshima (6 agosto '45) e Nagasaki (9 agosto '45).
Gli Americani dopo la sconfitta di Pereal Harbur avevano poi lentamente incalzato su tutto il Pacifico fino a divenire una potenza navale nettamente superiore a quella giapponese.
I giapponesi erano però un nemico duro che continuava a combattere con un eccezionale accanimento rifiutandosi di arrendersi anche nelle condizioni più disperate e facendo ricorso sempre più all’azione dei kamikaze. Il nuovo eletto Presidente Truman decise allora di usare contro il Giappone la bomba a fissione nucleare.
La prima bomba atomica fu progettata in America da un’equipe di scienziati di tutto il mondo fra i quali Einstein. Il fisico Italiano e premio Nobel Enrico Fermi (che aveva abbandonato l’Italia dopo le leggi razziali del ’38) vi svolse un ruolo fondamentale.
La decisione di Truman, fu detto, serviva ad abbreviare una guerra che si annunciava ancora lunga e sanguinosa, in realtà, il presidente americano, voleva dimostrare al mondo ma soprattutto ai Sovietici la grande superiorità della potenza Americana.
La bomba di Hiroshima (all’uranio) si chiamava Little – boy e fu sganciata dal B-29 Enola Gay il 6 agosto del 1945. L’esplosione si verificò a 600 m. di altezza e uccise all’istante 70.000 persone cancellando il 90% degli edifici della città. Nei mesi successivi a causa delle radiazioni morirono altre 20.000 persone.
Tre giorni dopo a Nagasaki fu sganciata un’altra bomba questa volta al plutonio.
Gli effetti delle bombe furono disastrosi anche per le conseguenze a lungo periodo su chi era rimasto ancora vivo ma contaminato dalle radiazioni.
Il Giappone si arrendeva il 15 agosto del 1945 e con la firma dell’armistizio il 2 settembre terminava definitivamente la seconda guerra mondiale.
Gli Americani dopo la sconfitta di Pereal Harbur avevano poi lentamente incalzato su tutto il Pacifico fino a divenire una potenza navale nettamente superiore a quella giapponese.
I giapponesi erano però un nemico duro che continuava a combattere con un eccezionale accanimento rifiutandosi di arrendersi anche nelle condizioni più disperate e facendo ricorso sempre più all’azione dei kamikaze. Il nuovo eletto Presidente Truman decise allora di usare contro il Giappone la bomba a fissione nucleare.
La prima bomba atomica fu progettata in America da un’equipe di scienziati di tutto il mondo fra i quali Einstein. Il fisico Italiano e premio Nobel Enrico Fermi (che aveva abbandonato l’Italia dopo le leggi razziali del ’38) vi svolse un ruolo fondamentale.
La decisione di Truman, fu detto, serviva ad abbreviare una guerra che si annunciava ancora lunga e sanguinosa, in realtà, il presidente americano, voleva dimostrare al mondo ma soprattutto ai Sovietici la grande superiorità della potenza Americana.
La bomba di Hiroshima (all’uranio) si chiamava Little – boy e fu sganciata dal B-29 Enola Gay il 6 agosto del 1945. L’esplosione si verificò a 600 m. di altezza e uccise all’istante 70.000 persone cancellando il 90% degli edifici della città. Nei mesi successivi a causa delle radiazioni morirono altre 20.000 persone.
Tre giorni dopo a Nagasaki fu sganciata un’altra bomba questa volta al plutonio.
Gli effetti delle bombe furono disastrosi anche per le conseguenze a lungo periodo su chi era rimasto ancora vivo ma contaminato dalle radiazioni.
Il Giappone si arrendeva il 15 agosto del 1945 e con la firma dell’armistizio il 2 settembre terminava definitivamente la seconda guerra mondiale.
Il lancio delle bombe atomiche chiuse un’epoca e ne aprì un’altra, l’era atomica. Einstein si rese conto benissimo del massacro accaduto a Hiroshima e iniziò a sensibilizzare l’opinione pubblica di tutto il mondo sulla necessità del pacifismo e del disarmo. Egli dichiarò: “se scoppierà la Terza guerra mondiale, la quarta si combatterà con la clava". Durante la guerra “fredda” si capì che la guerra atomica sarebbe stata un punto di non ritorno, ed è per questo che si fece di tutto per evitare una terrificante guerra nucleare tra USA e URSS